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Il legno di castagno
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Il legno di castagno

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Conoscerne il valore, (ri)scoprirne le potenzialità

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Il castagno è pianta ben nota in quanto ampiamente diffusa in Italia sia come albero isolato sia come specie caratterizzante alcune tipologie di boschi presenti in una zona fitoclimatica che ne prende il nome (Castanetum) estendendosi dalla pianura alla fascia submontana, e interessa circa un terzo del territorio nazionale.

Questa breve pubblicazione intende contribuire a diffondere la conoscenza dei principali aspetti tecnici e potenzialità che ne caratterizzano il legno.

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Nel nostro paese si riscontrano evidenze della coltivazione del castagno risalenti all’epoca neolitica (4.000 a.C.) sebbene si attribuisca ai Romani l’espansione su larga scala. Nel IV secolo a.C. Senofonte definì il castagno “albero del pane” per i suoi noti prodotti non legnosi e come tale ha assunto per secoli un ruolo strategico nelle aree marginali in ambito collinare e di bassa montagna.
In Italia si segnalano poi diversi castagni monumentali come quello “dei cento cavalli” in Sicilia, sotto il quale, secondo la tradizione, trovavano riparo durante un temporale Giovanna D’Aragona e la sua scorta.

Questi sono alcuni esempi che evidenziano l’importanza del castagno e delle implicazioni legate alle sue diverse forme di gestione dal punto di vista socio-economico, ambientale e paesaggistico, in tutto il bilancio del Mediterraneo. La possibilità di ricavare assortimenti legnosi di varie dimensioni e qualità, destinabili a molteplici impieghi (peraltro tradizionalmente legati alla nostra cultura), rende inoltre il castagno una risorsa rinnovabile degna di particolare attenzione e in rado di rispondere agli attuali criteri di sostenibilità, affidabilità e valorizzazione delle filiere locali.

Pubblicazione realizzata da Compagnia delle Foreste in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino per conto di FederlegnoArredo (FLA).


Note di aggiornamento normativo a cura del CNR/IBE:
Nel corso del 2021, in seguito a nuove campagne sperimentali, sono stati presentati nuovi rapporti di prova in sede europea, che hanno consentito di superare le limitazioni dimensionali previste per la classificazione a vista del castagno strutturale (riportate nella attuale versione della norma EN 1912). Inoltre è stata ufficialmente approvata l’assegnazione della categoria a vista “S” alla classe di resistenza C30, che si va quindi ad aggiungere alla D24 già prevista nella EN 1912.
Si ricorda inoltre che il castagno per uso strutturale può anche essere classificato a macchina, essendo disponibili delle attrezzature certificate che consentono di assegnare i segati nelle classi di resistenza D35 o C35 (per legname non stagionato).


Maggiori informazioni:

Autori: : F. Negro, C. Cremonini, R. Zanuttini (DISAFA - Università degli Studi di Torino) e S. Dezzutto (FederlegnoArredo - Milano).
Ente: Federlegnoarredo, Conlegno - Consorzio Servizi Legno Sughero.
Anno pubblicazione: 2017
Caratteristiche: colori
N° Pagine: 36

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