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Questa del Principe sembra una fiaba, ma non lo è. È una storia vera. Una storia di vita, di morte e di vita. Il Principe – «alla cui ombra amava sostare Sigmund Freud e che certamente è stato ammirato anche da Robert Musil», ci ricorda Rigoni Stern nel suo Arboreto salvatico – non era solo un monumento della natura o l'albero dei primati, non era solo meta di incessanti pellegrinaggi da parte di escursionisti, botanici, curiosi e amanti di riti propiziatori delle selve. C'era, in quell'abete bianco, un elemento immateriale che aveva a che fare con gli abitanti dell'Altopiano, gli eredi degli antichi Cimbri.
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Quella dell’Avez del Prinzep è una storia esemplare, che meritava di essere raccontata.
Tutto parte da una vicenda drammatica: lo schianto, avvenuto nel 2017, del monumentale "Avez del Prinzep", un abete bianco altamente simbolico per gli Altipiani Cimbri del Trentino. L’albero aveva circa 250 anni di vita, un diametro di 1,6 metri e un’altezza di ben 52, misure che lo facevano ritenere l’abete bianco più alto d’Europa.
Da questo evento, che ha scosso profondamente la comunità locale, dopo lunghe discussioni, tentennamenti e vicissitudini, ha preso forma un’idea. Ricavare dalla parte sana del tronco delle tavole armoniche, da utilizzare poi per la costruzione di ben quattro strumenti musicali: due violini, una viola e un violoncello. Un quartetto d’archi insomma, che oggi, dopo il lungo tempo necessario alla sua creazione, sta donando nuova vita all’albero, perpetuandone la storia e il valore.
In "Il canto del Principe" questa straordinaria favola vera è raccontata dalla penna di Marco Albino Ferrari seguendo due fili narrativi paralleli, che infine si fondono assieme. Da un lato la riflessione sull’enorme forza simbolica dell’albero, dall’altro la scoperta del fascino insito nella gestione forestale, in quanto manifestazione più concreta del rapporto millenario che lega esseri umani e foreste.
Attraverso la storia del "Principe", Ferrari compie un atto tanto semplice quanto, al giorno d’oggi, rivoluzionario. Egli esorta i propri lettori a scardinare la troppo facile contrapposizione uomo-natura per trovare nel concetto di cura, di gestione attiva e responsabile, la vera via necessaria per la ricerca di un equilibrio possibile.
Luigi Torreggiani
Autore: Marco Albino Ferrari
Anno pubblicazione: 2024
Casa editrice: Ponte alle Grazie
Caratteristiche: b/n
N° pagine: 112
Formato: 14 x 20,5 cm
Peso: 176 g
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