A poca distanza di tempo dai gravi effetti sulle foreste del nord est dell’Italia causati dalla Tempesta Vaia del 29 Ottobre 2018, esce questo quinto libro della Collana “Conoscere la tecnica selvicolturale”, edito dalla Compagnia delle Foreste. Il libro tratta delle attività che la Selvicoltura può svolgere per prevenire o attenuare le conseguenze di azioni perturbative causate da fattori ecologici, biotici e abiotici, sul “normale” funzionamento dei boschi e per accelerare il ripristino delle situazioni presenti prima dell’evento.
Questo testo non costituisce una trattazione generale sui disturbi che interessano il bosco, ma una descrizione di quanto la Selvicoltura possa fare per prevenirne le conseguenze ed eventualmente ripararne i danni. Lo scopo non è indicare, e men che meno prescrivere, quello che si deve o è concesso fare, ma quello che la tecnica selvicolturale mette a disposizione per affrontare specifici problemi.
L’opera tratta un argomento piuttosto complesso perché: - sono molti i fattori da considerare; - è difficile stabilire le “soglie” superate le quali si hanno delle alterazioni significative; - il ruolo svolto dal bosco è spesso duplice: talvolta attenua certi fenomeni, ma in certi casi determina anche un loro inasprimento.
A ciò è da aggiungere l’interpretazione che l’uomo dà a questi eventi, caricandoli di diversa intensità secondo il proprio coinvolgimento fisico ed emotivo. Basti a questo proposito ricordare la particolare nomenclatura che si è sviluppata su questi argomenti, cosicché fenomeni del tutto naturali sono denominati “disturbi”.
Data la complessità del tema da trattare una prima parte del libro tratta la descrizione di argomenti di carattere generale, con particolare attenzione ai concetti e alla terminologia, non sempre chiari e univoci. Successivamente si descrivono in generale le caratteristiche dei disturbi e come la loro presenza costituisca il motore dei sistemi stessi, permettendo la conservazione della loro complessità e biodiversità. Si entra poi nel dettaglio analizzando come i sistemi forestali interagiscano con le perturbazioni in relazione alla loro resistenza e resilienza e si descrivono le condizioni dei boschi che possono essere considerate critiche nei confronti delle perturbazioni. La terza parte è dedicata alle attività selvicolturali che possono essere adottate soprattutto in due scenari: nei boschi di protezione diretta e di quelli produttivi. Per ogni scenario sono esposte le principali conseguenze dei disturbi, gli interventi selvicolturali di prevenzione, qualora possibili, e quelli di ripristino dello stato ante evento.
Altre informazioni:
Autore: Roberto Del Favero, Emanuele Lingua e Mario Pividori Anno pubblicazione: 2019 Casa editrice: Compagnia delle Foreste Caratteristiche: colori N° pagine: 86 Formato: 21 x 24 cm
Un manuale dedicato alle tecniche selvicolturali per la gestione e manutenzione delle infrastrutture di trasporto situate in aree forestali o comunque fortemente influenzate dalla presenza di vegetazione arborea. Per ogni diversa infrastruttura (strade, ferrovie, funivie, elettrodotti, antenne ecc…) si cerca di individuare gli aspetti che maggiormente coinvolgono le competenze selvicolturali, evidenziando le opportunità o comunque i contesti lavorativi in cui un professionista forestale potrebbe operare e proponendo le soluzioni tecniche più adatte a incrementare (per quanto possibile) sia le opportunità conservative della vegetazione sia l’efficienza dell’infrastruttura, con particolare attenzione anche ai costi. L’argomento, mai affrontato in questa forma ed in un solo volume è interessante per tutti forestali e particolarmente utile per studenti o giovani professionisti si affacciano al mondo del lavoro, ma anche per tecnici e operatori di società legate alle infrastrutture (ferrovie, funivie, trasporto energia…) che magari non hanno basi forestali ma che intervengono comunque sulla vegetazione.
In questo volume si illustrano le tecniche che sono andate maturando in quella parte della selvicoltura rivolta alla produzione legnosa, aspetto non unico, ma certamente rilevante di questa disciplina.
Funghi, tartufi, frutti, miele, oli essenziali, resine, erbe, sughero …
Il bosco non è solo legno. Anche per questo con la selvicoltura si può puntare ad ottenere una gran quantità di beni immateriali e materiali: tra questi i cosiddetti “prodotti non legnosi”.
Talvolta, nell’ottica dell’integrazione tra benefici materiali e immateriali, sono proprio i prodotti “non legnosi” a creare economia forestale: legno sì, protezione del suolo, regimazione delle acque, paesaggio, ma anche funghi, tartufi, frutti, miele, oli essenziali, resine, erbe, sughero e altri ancora. Fare selvicoltura anche per i prodotti non legnosi conferisce maggior valore al bosco e permette piccole integrazioni di reddito a intervalli di tempo molto ravvicinati rispetto al legno; spesso anche annuali.
Il Professor Roberto del Favero e il Professor Mario Pividori, entrambi dell’Università di Padova, con questo nuovo manuale che inaugura la Collana di Compagnia delle Foreste “Conoscere la tecnica selvicolturale”, ci introducono alle tecniche che possono essere messe in campo per ottenere i principali prodotti forestali non legnosi: un vuoto spesso lasciato dai classici volumi di selvicoltura che questa pubblicazione punta a colmare.
Si tratta di un volume originale, ricco di contenuti e curiosità: essenziale nella libreria di tecnici, selvicoltori, proprietari e gestori forestali!
Un manuale dedicato alla gestione di aree forestali in cui sono prioritarie funzioni diverse da quella produttiva, in particolare quelle relative alla fruizione turistica. l’approccio è quello di presentare una gestione finalizzata non più ad avversare o limitare gli impatti negativi della fruizione massiva del bosco, ma a soddisfare le specifiche esigenze previste dalle varie attività turistiche. In particolare vengono messi in evidenza alcune tecniche selvicolturali adatte a valorizzare l’uso turistico-sprtivo-ricreativo, migliorare la gestione del paesaggio e rendere più efficaci le attività didattico-ambientali in bosco. Un volume particolarmente utile ai giovani tecnici forestali che possono trovare un idoneo spazio per la loro professionalità, spazio oggi troppo spesso utilizzato da altre figure senza specifiche competenze.
Il quarto manuale della Collana “Conoscere la tecnica selvicolturale”, edito dalla Compagnia delle Foreste, tratta di aspetti della Selvicoltura variamente connessi con i Beni Culturali, individuati in Italia dal Codice dei Beni Culturali del 2004, che costituiscono un patrimonio di grande rilevanza nazionale dal punto di vista sia qualitativo sia quantitativo.
La storia umana e professionale di un grande forestale italiano lungo l’arco del Novecento
Dalla selvicoltura agronomica a quella naturalistica: un percorso incessante di ricerca volto a migliorare costantemente la gestione forestale
Un racconto che ha tanto da insegnare anche alle giovani generazioni di forestali
Disponibile
A poca distanza di tempo dai gravi effetti sulle foreste del nord est dell’Italia causati dalla Tempesta Vaia del 29 Ottobre 2018, esce questo quinto libro della Collana “Conoscere la tecnica selvicolturale”, edito dalla Compagnia delle Foreste. Il libro tratta delle attività che la Selvicoltura può svolgere per prevenire o attenuare le conseguenze di azioni perturbative causate da fattori ecologici, biotici e abiotici, sul “normale” funzionamento dei boschi e per accelerare il ripristino delle situazioni presenti prima dell’evento.