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Questo libro tratta del contributo che la selvicoltura può dare alla gestione del paesaggio. Se si considera che in Italia la norma attribuisce a tutti i boschi un valore paesaggistico, ne deriva che il selvicoltore deve essere in grado di formulare considerazioni e prendere decisioni che tengano conto anche del bene paesaggio. Ciò determina spesso la necessità di dover trovare soluzioni di equilibrio tra paesaggio e altri “usi” del bosco. Il testo propone quindi un metodo di dialogo tra selvicoltore e altre figure coinvolte nella gestione del bosco-paesaggio. Non ci sono nuove tecniche selvicolturali, ma un processo logico che, tenendo conto prioritariamente del paesaggio, consente di scegliere di volta in volta la tecnica o la combinazione di tecniche più adatte.
Questo libro tratta del contributo che la selvicoltura può dare alla gestione del paesaggio. Se si considera che in Italia la norma attribuisce a tutti i boschi un valore paesaggistico, ne deriva che il selvicoltore deve essere in grado di formulare considerazioni e prendere decisioni che tengano conto anche del bene paesaggio. Ciò determina spesso la necessità di dover trovare soluzioni di equilibrio tra paesaggio e altri “usi” del bosco. Il testo propone quindi un metodo di dialogo tra selvicoltore e altre figure coinvolte nella gestione del bosco-paesaggio. Non ci sono nuove tecniche selvicolturali, ma un processo logico che, tenendo conto prioritariamente del paesaggio, consente di scegliere di volta in volta la tecnica o la combinazione di tecniche più adatte.
Dopo la selvicoltura per i prodotti non legnosi, quella da applicare in prossimità delle infrastrutture di trasporto, quella per il turismo, il paesaggio e l’educazione ambientale, quella per i beni culturali e quella per la protezione dai disturbi, si aggiunge un altro contributo ai variegati percorsi logici (arricchito da immagini, tabelle e grafici) che il selvicoltore può trovarsi a dover seguire a seconda del contesto e degli obiettivi con cui si trova ad operare. Dietro ogni gesto tecnico, anche apparentemente semplice come una martellata, c’è un pensiero complesso che questa collana aiuta a sviluppare.
Autore: di Roberto Del Favero
Anno pubblicazione: 2020
Casa editrice: Compagnia delle Foreste
Caratteristiche: colori
N° pagine: 104
Formato: 21 x 24 cm
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Un manuale dedicato alle tecniche selvicolturali per la gestione e manutenzione delle infrastrutture di trasporto situate in aree forestali o comunque fortemente influenzate dalla presenza di vegetazione arborea.
Per ogni diversa infrastruttura (strade, ferrovie, funivie, elettrodotti, antenne ecc…) si cerca di individuare gli aspetti che maggiormente coinvolgono le competenze selvicolturali, evidenziando le opportunità o comunque i contesti lavorativi in cui un professionista forestale potrebbe operare e proponendo le soluzioni tecniche più adatte a incrementare (per quanto possibile) sia le opportunità conservative della vegetazione sia l’efficienza dell’infrastruttura, con particolare attenzione anche ai costi.
L’argomento, mai affrontato in questa forma ed in un solo volume è interessante per tutti forestali e particolarmente utile per studenti o giovani professionisti si affacciano al mondo del lavoro, ma anche per tecnici e operatori di società legate alle infrastrutture (ferrovie, funivie, trasporto energia…) che magari non hanno basi forestali ma che intervengono comunque sulla vegetazione.
Il bosco non è solo legno. Anche per questo con la selvicoltura si può puntare ad ottenere una gran quantità di beni immateriali e materiali: tra questi i cosiddetti “prodotti non legnosi”.
Talvolta, nell’ottica dell’integrazione tra benefici materiali e immateriali, sono proprio i prodotti “non legnosi” a creare economia forestale: legno sì, protezione del suolo, regimazione delle acque, paesaggio, ma anche funghi, tartufi, frutti, miele, oli essenziali, resine, erbe, sughero e altri ancora. Fare selvicoltura anche per i prodotti non legnosi conferisce maggior valore al bosco e permette piccole integrazioni di reddito a intervalli di tempo molto ravvicinati rispetto al legno; spesso anche annuali.
Il Professor Roberto del Favero e il Professor Mario Pividori, entrambi dell’Università di Padova, con questo nuovo manuale che inaugura la Collana di Compagnia delle Foreste “Conoscere la tecnica selvicolturale”, ci introducono alle tecniche che possono essere messe in campo per ottenere i principali prodotti forestali non legnosi: un vuoto spesso lasciato dai classici volumi di selvicoltura che questa pubblicazione punta a colmare.
Si tratta di un volume originale, ricco di contenuti e curiosità: essenziale nella libreria di tecnici, selvicoltori, proprietari e gestori forestali!
Un manuale dedicato alla gestione di aree forestali in cui sono prioritarie funzioni diverse da quella produttiva, in particolare quelle relative alla fruizione turistica. l’approccio è quello di presentare una gestione finalizzata non più ad avversare o limitare gli impatti negativi della fruizione massiva del bosco, ma a soddisfare le specifiche esigenze previste dalle varie attività turistiche. In particolare vengono messi in evidenza alcune tecniche selvicolturali adatte a valorizzare l’uso turistico-sprtivo-ricreativo, migliorare la gestione del paesaggio e rendere più efficaci le attività didattico-ambientali in bosco. Un volume particolarmente utile ai giovani tecnici forestali che possono trovare un idoneo spazio per la loro professionalità, spazio oggi troppo spesso utilizzato da altre figure senza specifiche competenze.
Il quarto manuale della Collana “Conoscere la tecnica selvicolturale”, edito dalla Compagnia delle Foreste, tratta di aspetti della Selvicoltura variamente connessi con i Beni Culturali, individuati in Italia dal Codice dei Beni Culturali del 2004, che costituiscono un patrimonio di grande rilevanza nazionale dal punto di vista sia qualitativo sia quantitativo.
A poca distanza di tempo dai gravi effetti sulle foreste del nord est dell’Italia causati dalla Tempesta Vaia del 29 Ottobre 2018, esce questo quinto libro della Collana “Conoscere la tecnica selvicolturale”, edito dalla Compagnia delle Foreste. Il libro tratta delle attività che la Selvicoltura può svolgere per prevenire o attenuare le conseguenze di azioni perturbative causate da fattori ecologici, biotici e abiotici, sul “normale” funzionamento dei boschi e per accelerare il ripristino delle situazioni presenti prima dell’evento.